“La pittura deve essere per l’occhio
           ciò che la parola è per l’orecchio: 
           istruzione, esortazione, incoraggiamento”
                                      (San Basilio)

Ogni icona ha per fondamento il mistero dell’incarnazione del Verbo che la ha resa possibile, in quanto il volto di Dio si è in lui reso visibile tra gli uomini ( “Chi ha visto me ha visto il Padre” dice Gesù a Filippo in  Gv 14,9) e questo ogni icona vuole trasmettere e imprimere nei cuori che la guardano come finestra sull’invisibile.
 
Un incontro particolarmente intenso  offre il guardare una icona di  una Vergine in trono  col bambino, perché il primo trono visibile di Gesù sono state le braccia di Maria: è lì che i Magi rendono omaggio a Gesù ancora bambino in uno dei più antichi dipinti che si trova nelle Catacombe di  Priscilla, scena che si ripete poi in tanti antichi sarcofaghi antichi e si diffonde.
 
Dopo il Concilio di Efeso (431), Ma

 
L’icona presente  non solo si colloca tra le Vergini in trono, ma anche tra quelle che indicano Gesù come la via da seguire e Gesù come svelamento e compimento delle Scritture simboleggiate dal rotolo nella sua mano: Basilissa (regina) e Odigitria (che indica la via) insieme o con altro termine Kyriotissa (assisa in trono porta il Signore).
 
La madre è vergine ci ricordano le tre stelle secondo la tradizione (prima, durante e dopo il parto) e, mentre con uno sguardo pensieroso, forse più a noi che al figlio, nonostante sia volta  verso il figlio, medita nel suo cuore,  ci invita a guardare a lui e non a lei,  ce lo offre, non lo trattiene per sé e con la mano destra ce lo indica toccando lievemente con  la mano là dove c’è la mano del figlio che porta il rotolo.
 
Secondo la tradizione il trono è semplice, ma prezioso e l’autore ha reso con i colori tutta l’immagine meno trionfale, più familiare, riducendo la presenza del color porpora e del cinabro che rimandano allo stile imperiale, e direi anche  più spirituale per aver avvolto Maria solo di azzurro, il colore delle realtà celesti in cui il Figlio la ha immersa. Anche le 12 borchie della cornice richiamano alle 12 stelle di Ap 12, 1 “ Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”  e quindi sottolineano come la maternità di Maria segni già la vittoria in quella lotta che Israele, la chiesa, l’umanità intera ha sostenuto e deve sostenere con tutto ciò che la contrasta.
 
Gesù, il figlio, più che un  bambino è un ragazzino che già ha la sapienza dell’Antico dei giorni, perché unisce all’umano il divino come la sua veste intessuta di oro sta ad indicare ed anche la stola-cintura e il nimbo crociato con la scritta “Colui che è” (Es 3,14; ). La sua posizione non è frontale ma di tre quarti per guardare la madre, pare quasi stare seduto  ben ritto per forza propria, i piedi  su un ginocchio e la mano sinistra della madre pare solo accompagnare la sua postura. Il suo volto  appare molto serio nel guardarla; in lei benedice con la mano destra tutti gli uomini che lo accolgono e da lui sono attratti.
 
Il rotolo che ha nella mano sinistra ci richiama che lui è  la chiave per interpretare la storia  (Ap 5,9) e ci rivela che l’icona ha nello sfondo tutti gli eventi che riguardano il Figlio di Dio fatto uomo, per cui madre e figlio sono come avvolti dalla gravità che il mistero della redenzione comporta.
 
La regalità di Maria  resta legata solo alla sua verginale maternità divina e ci  chiede di lasciarci compenetrare dal mistero del Figlio di Dio Gesù Cristo che mostra il volto benedicente e misericordioso del Padre e di assecondare il suo volerci  trasformare, come si è già compiuto in  Maria, in esseri  partecipi del mondo celeste, umili, aperti, accoglienti.
 
“O vergine Maria Regina, la tua misericordia faccia conoscere al mondo la grazia che hai trovato presso Dio, ottenendo con le tue sante preghiere il perdono per i peccatori, la guarigione per i malati, la forza per i deboli, la consolazione per gli afflitti, l’aiuto e la liberazione per chi è in pericolo. E  per noi che invochiamo e lodiamo il tuo dolcissimo nome, regina misericordiosa, scendano copiosi doni di grazia da Gesù Cristo, figlio tuo e nostro Signore, che è al di sopra di ogni cosa Dio benedetto nei secoli. Amen.” (San Bernardo)

 

Giuliana Babini  2015

 

Icona di Maria vergine e madre in trono con il Bambino (Parrocchia san Massimiliano Kolbe – Taranto, icona scritta da Saverio Cirulli)